L’ENTE PARCO E LA REGIONE PUGLIA NON VOGLIONO METTERE A DISPOSIZIONE DELLA COMUNITA’ LA RISORSA TARTUFO

Non ci interessa di chi è la responsabilità il fatto è che non si vuole riconoscere che la Puglia è ricca di Tuber Borchii Vittadi comunemente conosciuto come tartufo bianchetto.Sappiamo però che dall’istituzione del parco ad oggi non è stato fatto nessuno studio scientifico sulla presenza del Tartufo nel parco, un vulnus inaccettabile. Sappiamo inoltre che l’assessorato alle risorse agroalimentari congiuntamente all’Ente Parco si sono riuniti in data 5.novembre 2019 e che ancora una volta in assenza di uno studio scientifico hanno confermato il numero di 70 autorizzazioni alla ricerca e alla raccolta del tartufo per non alterare gli ecosistemi.Vogliamo ricordare che il numero 70 non ha alcun supporto scientifico ma era stato determinato nel 2015 dalle domande di autorizzazioni ricevuto e che fino a quell’anno la libera cerca all’interno del parco era svolta con coscienza e consapevolezza dagli appassionati ricercatori ad oggi i tartufai sono quadruplica e la regione Puglia continua a dare tesserini che abilitano alla ricerca.

I tartufai sanno che i tartufi non si raccolgono perché non sono patate ma si cavano grazie al fiuto dei cani e i tartufai richiudendo le buche per non alterare gli ecosistemi e l’apparato sporale che fa nascere il tartufo, questa è l’unica operazione che va fatta altro che studio scientifico.
Come tartufai possiamo comunicare che le aree del parco dove nascono e vengano cavati i tartufi sono 11.000 ettari su un territorio di 65.000 ettari e che potrebbero andare a cercare e cavare i tartufi centinaia di tartufai contemporaneamente senza arrecare nessun danno all’ecosistema e al parco stesso oltre che alla crescita e allo sviluppo del tartufo.

ed allora cosa c’è dietro questa imposizione che limita a 70 le autorizzazione da concedere?Probabilmente qualcuno in Puglia ha interesse a non valorizzare una risorsa per tutta la comunità e l’indotto che si potrebbe creare preferendo che la cava del tartufo venga effettuata come bracconaggio e senza le certificazioni ed autorizzazioni, incrementando così facendo il sommerso in una sorta medioevale di omertà e di ignoranza intorno ad una ricchezza collettiva.Come associazione Nazionale Tartufai Italiani vogliamo ribadire la nostra posizione: Aprire il parco dell’Alta Murgia alla Libera Cerca come patrimonio culturale del territorio deve diventare una risorsa collettiva da valorizzare, dove i tartufai onesti sono i custodi di questa risorsa, e dove la loro presenza sono un presidio di legalità e di controllo per il territorio stesso contro gli usi illegali e irregolari del Parco.Ribadiamo che siamo estremamente contrari e rigettiamo al mittente ogni misura che va a limitare la possibilità di esercitare la nostra passione e professione.Che il numero di 70 autorizzazioni è riduttivo oltre che insufficiente, arbitrario e senza alcun apporto dal punto di vista scientifico e che rigettiamo ai mittenti tali atti unilaterali, arbitrari fatti senza le opportune conoscenze in materia, proposte che umiliano la nostra professione, la nostra passione, la nostra dignità e dimostrano che le norme vengono fatte da persone incompetenti in materia di micologia ed in particolare di tartuficultura.Proporre di limitare il numero dei cani da due ad uno è un inutile escamotage fatto senza alcuna conoscenza del nostro mondo e va a ledere la funzione primaria di addestramento del cane in quanto i cani lavorano per emulazione, non solo, ma solo richiudendo le buche il tartufo si rigenera attraverso le spore e il tartufaio ben sa quanto è importante e prezioso chiudere le buche se vuole preservare le tartufaie a se stesso e alle future generazioni.Corrono voci che si vorrebbe dare 105 autorizzazioni per andare a tartufi nel parco dell’alta Murgia con un solo cane, anche questa proposta e irricevibile, così facendo si va a creare un terreno troppo vasto per ogni tartufaio che avrà l’autorizzazione e si andranno a creare zone inesplorate che diventeranno facile preda di cinghiali e bracconieri del tartufo, per ogni tartufaio infatti si darebbe la possibilità di cercare se tutti i 105 tartufai uscissero contemporaneamente 104 ettari di tartufaia a persona , una sproporzione inaccettabile ed impossibile da ricoprire in un giorno, i tartufi marcirebbero sotto terra o peggio verranno mangiati dai cinghiali che le buche non le chiudono facendo morire le tartufaie, quando si sa che la presenza dei cani allontana per giorni i cinghiali.Come Associazione Nazionale Tartufai Italiani rimaniamo fermamente convinti che nell’Alta Murgia deve essere valorizzata la libera cerca senza limitazioni, siamo stati disponibili a trattare e proporre di elevare il numero delle autorizzazioni in maniera provvisoria a 280 con 2 cani e di dare vita ad un comitato scientifico che dia l’avvio ad uno studio fatto da esperti del settore in collaborazione con le associazioni dei tartufai della durata di 3 anni da cui apprendere il carico di sostenibilità delle tartufaie sicuri che tale studio darà ragione a noi ovvero che se la cava del tartufo viene fatta correttamente indipendentemente dai tartufai che vi accedono le tartufaie saranno sempre più ricche di tartufichiediamo
a tutti i tartufai anche delle diverse associazioni o liberi ad unirsi e a firmare la scrivente petizione:

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